domenica 1 aprile 2012

SPALLA DOLOROSA


La cuffia dei rotatori è un gruppo di tendini che ricopre proprio come una “cuffia” la testa dell'omero.
I tendini sono strutture fibrose che connettono i muscoli all’osso e garantiscono la forza e l'esecuzione dei movimenti in assenza di dolore.
In alcuni casi, senza nessuna causa apparente, si creano dei depositi di calcio all’interno dei tendini (più frequentemente nel sovraspinato).
La tendinopatia calcifica interessa solitamente le donne tra i 30 ed i 50 anni ed esordisce con un intenso dolore resistente ai classici farmaci analgesici.
Spesso questi/e pazienti sono talmente sofferenti da recarsi in Pronto Soccorso dove, mediante una semplice radiografia della spalla, viene riscontrata la presenza di queste calcificazioni.



Cosa sono le calcificazioni?
Le calcificazioni sono dei depositi cronici di pirofosfato di calcio e si osservano con una certa frequenza nella spalla essendo spesso localizzate nei tendini della cuffia dei rotatori, potendo rompersi e protrudere nella borsa sottoacromiale.
Hanno consistenza che va da una sostanza simil-lattescente fluida a materiale simile al gesso.
Nei depositi cronici di calcio la borsa sottoacromiale aderisce all'area della calcificazione e diventa spessa. Si ritiene che l'ispessimento locale della borsa abbia luogo perché il calcio non solo agisce come un corpo estraneo, ma irrita anche chimicamente il tessuto.
In queste infiammazioni di tipo chimico ci può essere una risoluzione temporanea dovuta all'infiltrazione di corticosteroidi. Una calcificazione può rimanere silente e non sintomatica oppure nella fase acuta causare un dolore insopportabile.

L'eziologia della calcificazione è oscura. Si pensa che possa essere il risultato di un trauma locale o di una lesione della cuffia dei rotatori che alterando l'apporto sanguigno locale a livello del tendine crei un'alterazione del pH locale e ciò porti ad una precipitazione di sali di calcio.


TRATTAMENTO FISIOTERAPICO


-      Terapia fisica, ultrasuono, diatermia;
-      Veicolazione trans-dermica con E.D.T.A. e Bromellina;
-      Trattamento manuale dell’articolazione scapolo-omerale con decoaptazioni articolari e mobilizzazione passiva;
-      Trattamento colonna cervicale con pompage e trattamento manuale.
-      Applicazione di Kinesiotaping colonna cervicale e articolazione scapolo-omerale.

Nell’arco di 12 sedute il paziente ha ripreso la completa funzionalità dell’articolazione scapolo-omerale e una completa risoluzione del dolore, ovviamente con grande sollievo e soddisfazione. Al paziente è stato consigliato di continuare a domicilio gli esercizi pendolari e sono stati introdotti esercizi di blando rinforzo con teraband.

Conclusioni: come per tutte le patologie dell’apparato osteoarticolare, anche l’articolazione scapolo omerale necessita di una attenta valutazione e una precisa diagnosi per il successo della terapia riabilitativa. Il caso descritto va in questa direzione. Le strategie terapeutiche possono e devono differenziarsi a seconda della patologia, della tipologia di paziente e delle sollecitazioni alla quale l’articolazione scapolo-omerale viene sottoposta.


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