domenica 22 aprile 2012


ESAME CLINICO E PROTOCOLLO RIABILITATIVO NELL'ALGODISTROFIA


Dal momento che la diagnosi di algodistrofia è
principalmente   clinica ,   risulta   indispensabi l e   l a
valutazione del dolore, delle alterazioni vasomotorie (edema, variazioni della temperatura e del colore della cute), trofiche (cute pallida e lucida, alterazioni della morfologia e degli annessi cutanei) e
delle retrazioni muscolari in quanto, in assenza di
un intervento precoce e mirato, si stabilisce una
progressiva riduzione dell’escursione articolare,
globale e selettiva, della mano ed un progressivo
deficit di forza fino alla completa limitazione funzionale dell’arto superiore, con difficoltà nello svolgimento delle ADL(attività della vita quotidiana).
Una volta classificato il dolore, per una valutaz i o n e   q u a n t i t a t i v a   u t i l i z z i amo   l a   S CALA VA S
“ Vi s u a l  An a l o g u e   S c a l e ”   i l   c u i   p u n t e g g i o   d a   0
(assenza di dolore) a 10 (massimo dolore) definisce
l’intensità della sintomatologia algica. Questo tipo
di test, viene eseguito nel corso della prima visita  e
durante la valutazione fisiatrica finale per verificare
peraltro l’efficacia del trattamento.
La valutazione del bilancio articolare del polso
e della mano, in tutte le direzioni del movimento,
viene effettuata con un semplice goniometro mentre
per la misurazione analitica della forza muscolar

de l l a  mano ut i l i z z i amo  l a   s c a l a  MRC  (Medi c a l
reserch Council) con un punteggio assegnato che va
da un minimo di 0 (assenza di contrazione) ad un
massimo di 5 (forza normale).
E’ importante valutare ciascun gruppo muscolare, comparando l’arto interessato con il controlaterale in modo da ottenere parametri di confronto
validi e conseguire quindi un punteggio reale della
forza.
La destrezza, la coordinazione e la motilità
fine delle mani viene valutata semplicemente invitando il paziente a toccarsi con il polpastrello del
pollice l’apice di ciascun dito in maniera veloce e
continua, oppure ad eseguire una funzione semplice
come sbottonarsi ed abbottonarsi la camicia.
Si possono effettuare inoltre, movimenti combinati più complessi attraverso il Box and Block
Test of Manual Dextery (spostare cioè dei cubetti
da un compartimento all’altro di un contenitore) o il
Purdue Pegboard Test (assemblare il più velocemente possibile, piccoli pioli metallici con rondelle
e cilindretti ed infilarli in appositi fori).
Accanto ai disturbi motori ed alle limitazioni
articolari è opportuno verificare l’eventuale soff erenza neurogena associata, attraverso l’esame della
sensibilità in particolare del nervo radiale, mediano
ed ulnare.
Infine utilizziamo la scala DASH (Disability
of the Arm, shoulder and Hand) per la valutazione
della funzionalità  globale dell’arto superiore.
Il protocollo terapeutico è di tipo conservativo
e prevede:
• terapia farmacologia (FANS, corticosteroidi,neurotrofici,bifosfonati);
• terapia fisica strumentale a scopo antalgico
e d   a n t i n f i amma t o r i o   c h e   s i   a v v a l e   d e l l ’ uso di
campi magnetici pulsati, della elettroterapia antalgica ed dell’ultrasuonoterapia per circa 4 settimane;
•  g i n n a s t i c a   v a s c o l a r e   c o n   i d r o t e r a p i a
calda/fredda e drenaggio linfatico manuale;
• trattamento chinesiterapico: con una mobilizzazione passiva ed attiva che non si deve limitare
solo alle articolazioni della mano, ma deve interessare tutte le articolazioni dell’arto superiore ed il
rachide cervicale, che spesso per un concomitante
atteggiamento antalgico risultano compromesse
nella loro funzionalità;
• rieducazione propriocettiva finalizzata alla
inibizione dei nocicettori (stimolati dall’iperattività
del simpatico) ed al riequilibrio di tutti i recettori
periferici. Questo trattamento è mirato all’innalzamento della soglia del dolore ed al ripristino della

coscienza della posizione nello spazio delle varie
strutture muscolotendinee e legamentose implicate
nel movimento e danneggiate dal pregresso trauma;
• sostegno psicologico;
• terapia occupazionale.
Il trattamento è sempre personalizzato sul singolo paziente e talvolta si rende necessario per il
persistere dell’intensa sintomatologia algica, associare interventi terapeutici alternativi, quali il blocco selettivo del simpatico, i blocchi anestetici del
plesso brachiale o del ganglio stellato che consentono, nelle successive ore, una mobilizzazione passiva continua (CPM), indolore della mano, che aiuta
il paziente a superare, se pur temporaneamente, la
paura del dolore esacerbato dal movimento.

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