lunedì 30 aprile 2012


LA TUTELA SANITARIA NELLO SVOLGIMENTO DELL’ATTIVITA’ SPORTIVA



La visita medica per l’accertamento dell’idoneità alla pratica dell’attività sportiva è un
adempimento di fondamentale importanza, sia sotto l’aspetto della regolarità della documentazione
necessaria per lo svolgimento dell’attività sportiva che, soprattutto, in relazione alla responsabilità
del dirigente sportivo.
La normativa vigente prevede infatti che chiunque intenda svolgere un’attività sportiva agonistica
comunque regolamentata debba sottoporsi ad una visita medica differenziata per le singole
discipline sportive, presso un servizio pubblico, convenzionato o accreditato di medicina dello
sport, mentre, qualora l’attività sportiva assuma carattere non agonistico, la visita medica ed il
relativo certificato competono al medico di base od al pediatra, i quali, in caso di esito positivo della
visita, rilasceranno un certificato di idoneità sportiva non agonistica generico, senza obbligo di
indicazione dello sport praticato e, quindi, utilizzabile per la pratica di diverse attività sportive non
agonistiche.
Si tratta di un obbligo che viene troppo spesso sottovalutato, anche se, purtroppo, torna
drammaticamente in evidenza ogni qualvolta ci si trova di fronte a situazioni quali decessi o
invalidità permanenti determinate dallo svolgimento dell’attività sportiva ovvero verificatesi nel
corso dello svolgimento di un’attività sportiva. In tali casi, qualora l’atleta risulti privo di certificato
di idoneità (ovvero con certificato non regolare) la responsabilità (civile e penale) ricade sul
Presidente della società e su coloro che, verosimilmente, potevano essere al corrente della
situazione, quali i dirigenti della società (segretario, direttore sportivo), il medico sociale e
l’allenatore. In caso di manifestazioni a partecipazione individuale (es. gare podistiche, podistiche,
tornei amatoriali etc.) è da intendersi responsabile il Presidente del Comitato Organizzatore, cui
spettano gli stessi compiti del presidente della società sportiva in relazione agli atleti partecipanti
non iscritti a società sportive.
Il problema del mancato rispetto dell’obbligo assume connotazione importante anche per le visite
agonistiche; nonostante la visita sia obbligatoria per legge e condizione "sine qua non" per il
tesseramento sportivo, non tutti gli atleti vengono sottoposti a visita di idoneità: nel Lazio, su un
totale di circa 700.000 atleti agonisti , sembra che vengano sottoposti a visita meno del 50%, nelle
Marche l’indice di ’”evasione” è calcolato in di ca. il 35-40% e nel Veneto tale percentuale si attesta
nell’ordine del 40%.
Infine, è importante sottolineare sin d’ora – anche se l’argomento sarà approfondito “ultra” – che
eventuali dichiarazioni di assunzione di responsabilità sottoscritte dal praticante l’attività sportiva
allo scopo di liberare il soggetto responsabile ai sensi di legge (Presidente della società o del
comitato organizzatore) non hanno alcuna validità.
2- LA NORMATIVA DI RIFERIMENTO
In primo luogo va sottolineato che, in linea con l’organizzazione e la legislazione sanitaria generale,
la competenza, soprattutto in materia economica, è delegata alle regioni, nell’ambito delle “leggi
quadro” nazionali di riferimento; possono quindi verificarsi diversità sul territorio nazionale.
Conseguentemente le società sportive, ed i singoli atleti, per avere una visione complessiva degli
obblighi e degli adempimenti cui sono tenute, dovranno verificare le normative regionali di
riferimento, oltre che le eventuali prescrizioni previste ai fini dell’affiliazione dalle singole
Federazioni Sportive/Enti di Promozione Sportiva.
La prima normativa in materia risale al 1950 con la Legge 28/12/1950 n. 1055;
successivamente l’articolo 2 della legge n. 1099 del 26/10/1971 - intitolato “Tutela sanitaria delle
attività sportive” – ha prescritto che “la tutela sanitaria si esplica mediante l’accertamento
obbligatorio con visite mediche di selezione e di controllo periodico dell’idoneità generica e della
attitudine di chi intende svolgere o svolge attività agonistico-sportive…”.;
Seguirono il D.M. 5/7/1975 "Disciplina dell'accesso alle singole attività sportive" e, infine, le due
disposizioni che rappresentano tuttora la normativa di riferimento in materia "Norme per la tutela
della attività sportiva agonistica e non agonistica":
· il D.M.18/2/1982 (con relativa circolare esplicativa Ministero della Sanità n. 7 del 31/01/1983),
relativo alla pratica sportiva agonistica e
· il D.M. 28/2/1983 che impone il controllo sanitario per la pratica di attività sportiva non agonistica
in capo a coloro che svolgono attività organizzate dal Coni, da società o a.s.d. affiliate alle
Federazioni sportive nazionali o agli Enti di promozione sportiva riconosciuti dal Coni e che non
siano considerati agonisti ai sensi del citato Decreto del Ministero della Sanità del 18.02.1982.
· infine, la Circolare del Ministero della Sanità 18 marzo 1996 n. 5004 “linee guida per
un’organizzazione omogenea della certificazione di idoneità all’attività sportiva agonistica” ha
tentato di omogeneizzare le modalità e gli strumenti operativi previsti dalle leggi regionali allo
scopo di ridurre le diversità operative sul territorio nazionale.
E’ il caso di segnalare che esistono anche norme specifiche relative a singole fattispecie che non è il
caso di approfondire in questa sede ma che si ritiene utile riportare a livello informativo:
· DPR 05 agosto 1988, n. 404: Regolamento di attuazione della L. 25/03/1985 concernente la
disciplina del volo da diporto o sportivo,artt.12.13.14.15
· D.M. 04 marzo 1993: Tutela sanitaria dell’attività sportiva agonistica praticata da persone disabili;
· DM 13 marzo 1995: Tutela sanitaria degli atleti professionisti.
Si evidenzia, infine, che anche le norme di diritto sportivo ed i regolamenti delle singole
Federazioni Sportive possono prevedere specifici obblighi in materia, e che per l’affiliazione delle
società a qualsivoglia Federazione è obbligatoria l’indicazione del medico sociale.
3 – LA VISITA MEDICO – SPORTIVA ED IL CERTIFICATO DI IDONEITA’
Come sopra accennato, sono previste modalità diverse in relazione alle finalità, agonistiche o non
agonistiche, in relazione alle quali è svolta l’attività sportiva.
Inoltre le modalità di svolgimento della visita possono variare, sia a livello di esami richiesti che di
periodicità, a seconda della disciplina sportiva in relazione alla quale la visita stessa viene richiesta.
Le strutture di Medicina dello Sport nelle singole Regioni dovrebbero prevedere i seguenti ambiti di
intervento:
A - Tutela sanitaria delle attività sportive agonistiche
1. Attività certificativa dell'idoneità sportiva agonistica ai sensi del D.M. 18/02/1982 valido per
effettuare attività non agonistiche ai sensi del D.M. 18/02/1983.
2. Valutazione funzionale di atleti dilettanti, costruzione di tabelle di allenamento, analisi
nutrizionali, diete.
3. Monitoraggio, vigilanza e controllo sulla qualità delle certificazioni di idoneità rilasciate da
medici pubblici e privati , accertamento delle incompatibilità.
4. Attività di vigilanza nei confronti delle Società sportive rispetto all'obbligo di certificazione
dell'idoneità degli atleti tesserati.
5. Sorveglianza igienico-sanitaria degli impianti sportivi (in collaborazione con le altre strutture del
Dipartimento di Sanità pubblica
(le prime due funzioni sono di tutte le strutture di Medicina dello Sport, i punti 3,4,5 riguardano
solamente le strutture pubbliche di Medicina dello Sport)
B - Promozione dell'attività fisica nella popolazione generale e tutela sanitaria delle attività
sportive non agonistiche
3.1 – L’attività sportiva agonistica
Gli sportivi che devono essere sottoposti al controllo di idoneità specifica allo sport che intendono
svolgere previsto dal D.M. sono (art. 1):
a) Coloro che praticano attività agonistica (la qualificazione agonistica a chi svolge attività sportiva
è demandata alle Federazioni sportive nazionali o dagli Enti di promozione sportiva riconosciuti dal
CONI);
b) i partecipanti ai Giochi della Gioventù per accedere alle fasi nazionali.
L'obiettivo primario della visita medico-sportiva per il rilascio dell’idoneità agonistica è quello di
evidenziare anomalie che controindicano, per sempre o temporaneamente, la pratica agonistica in
relazione allo sport per il quale il soggetto si presenta a visita, ovvero di evidenziare con anticipo
piccole anomalie, in modo da indirizzare l’atleta ad uno sport più consono alle sue possibilità; uno
studio condotto sui risultati finali delle visite medico sportive agonistiche ha permesso ad alcune
regioni del Nord di monitorare più di mezzo milione di visite. Il 47% delle non idoneità è stato
rilevato alla prima visita e le cause di non idoneità sono soprattutto di tipo cardiologico (71%).
Va sottolineato che un recente studio (JAMA, 2006, 296, 1593-601 e 1648-50) elogia la legge
italiana nel settore (indicandolo come “programma di screening sportivo”) che avrebbe permesso di
ridurre in maniera importante i casi di morte improvvisa nello sport agonistico.
Per le attività agonistiche, in relazione a quanto previsto dalle varie normative regionali, le strutture
preposte al rilascio del certificato di idoneità agonistica possono essere:
1. Centri ASL/ASUR
2. Centri pubblici non ASL/ASUR (es. Università)
3. Centri della FMSI convenzionati con la Regione
4. Centri privati convenzionati o accreditati
La visita medico sportiva non può essere effettuata al di fuori delle suddette strutture autorizzate e
quindi non può esistere uno Studio di Medicina dello Sport autorizzato alla certificazione per
l’idoneità sportiva agonistica in una struttura sportiva (palestra, piscina ecc.) se non rispetta le
norme di legge relative (DPR 22.7.1996, art. 22, comma 4: lo studio di medicina dello sport situato
in una struttura sportiva, deve avere ingresso indipendente e deve essere totalmente esclusa ogni
comunicazione tra le due strutture …).
La richiesta di accertamenti deve essere presentata sugli appositi moduli (che dovrebbero essere
forniti dalle ASL) a firma del presidente della società;
Nel modulo vanno indicati i dati della società (compreso il codice di affiliazione alle Federazione o
EPS) ed i dati personali dell’atleta, in relazione al quale è necessario specificare se trattasi di prima
visita o di rinnovo dell’idoneità.
In caso di visite effettuate su atleti minori di età è obbligatoria la presenza di un genitore, che deve
sottoscrivere una dichiarazione di consenso informato.
Il rilascio della certificazione di idoneità alla pratica sportiva agonista è demandato esclusivamente
al medico specialista in Medicina dello Sport operante nelle strutture autorizzate di cui sopra (in
alcune regioni, il Lazio ad esempio, esistono degli albi regionali dove sono iscritti gli specialisti e le
relative strutture autorizzate).
Gli esami clinici e strumentali da effettuare sono i seguenti:
1. Visita medica completa, comprendente la raccolta dell’anamnesi (la storia clinica, anche
familiare) dell’atleta e l’esame dei grandi apparati (respiratorio, cardiaco, muscolo-scheletrico …).
2. Esame completo delle urine (che deve essere eseguito obbligatoriamente da un laboratorio di
analisi).
3. Elettrocardiogramma a riposo
4. Elettrocardiogramma dopo step-test [lo Step Test consiste nel salire e scendere su un gradino di
altezza variabile (30 cm per i bambini, 40 cm per le donne, 50 cm per gli uomini) al ritmo di 120
movimenti al minuto, per un tempo di 3 minuti]; sulla base di questo test deve essere calcolato
l’I.R.I. (indice rapido di idoneità), che fornisce informazioni sulla capacità di recupero dell’atleta;
5. Spirometria, con determinazione della capacità polmonare statica e dinamica e della massima
ventilazione volontaria;
6. Acuità visiva
Il D.M. 18/02/1982 e la circolare 31/1/1983 suddividono le attività sportive in due tipologie, a
seconda dell'impegno necessario: gli sport di Tabella A, con impegno muscolare e cardiorespiratorio
lieve o moderato, gli sport di Tabella B con impegno elevato. In base alla tabella di
appartenenza vengono effettuati diversi tipi di accertamenti.
SPORT di TABELLA "A"
· Automobilismo Velocità, Motociclismo (Cross, Enduro, Trial, Velocità), Motonautica, Bob-
Slittino, Tuffi.
· Automobilismo Regolarità, Bocce, Golf, Karting, Tiro con l’Arco, Tamburello, Tennis Tavolo
SPORT di TABELLA "B"
Atletica Leggera, Baseball e Softball, Basket, Calcio, Calcio a 5, Canoa e Kajak, Canottaggio,
Ciclismo, Ginnastica, Hockey, Judo, Lotta, Nuoto, Pallamano, Pallanuoto, Pallavolo, Pesistica,
Pugilato, Rugby, Scherma, Sci, Vela, Sport Equestri, Sport Subacquei, Tennis …………
In particolare, per gli sport ricompresi nella Tabella A non sono richiesti gli esami sopra indicati ai
n. 4 e 5, mentre per gli sport di Tabella B tutti i suddetti esami sono obbligatori;
inoltre, per alcuni sport [ad esempio Pugilato, Attività Subacquee, Sci alpino (discesa libera) ], al
fine di escludere la presenza di patologie specifiche che potrebbero controindicarne l'avvio alla
pratica, ovvero per escludere possibili danni che la pratica intensiva di tali sport può potenzialmente
causare, la legge prevede ulteriori esami specialistici di protocollo (ad es. visita
otorinolaringoiatrica, elettroencefalogramma, visita neurologica ecc.).
L’età degli atleti a partire dalla quale è obbligatoria la visita di idoneità sportiva è stabilita dalle
singole Federazioni che inquadrano in maniera differente da questo punto di vista i settori
agonistici.
Al termine della visita lo specialista rilascia una certificazione che può essere di:
1. Idoneità, in caso di assenza di controindicazioni alla pratica sportiva specifica.
2. Non Idoneità, in caso di presenza di controindicazioni assolute o temporanee alla pratica
sportiva specifica (la non idoneità deve essere comunicata dallo specialista alla ASL di
appartenenza dello studio, alla Regione, alla federazione sportiva ed alla società dell’atleta (senza
indicazione dei motivi, per ovvia questione di Privacy), la quale deve immediatamente sospendere
l’atleta da qualsiasi attività (anche gli allenamenti), oltre, ovviamente, all’atleta stesso).
3. Sospensione, se sono ritenuti necessari ulteriori accertamenti strumentali per la formulazione del
giudizio (anche in questo caso, trascorsi 60 giorni dalla richiesta di accertamenti e in caso di omessa
consegna degli stessi, la sospensione deve essere comunicata alla ASL di appartenenza dello studio,
alla Regione, alla federazione sportiva ed alla società dell’atleta)
In caso di giudizio di Non Idoneità, l’atleta entro 30 giorni, può fare ricorso alla commissione
regionale all’uopo istituita.
Lo specialista a completamento dell’iter esecutivo e burocratico, deve inviare alla ASL di
appartenenza dello studio, ogni 3 o 6 mesi, l’elenco delle visite effettuate e deve conservare, per
ogni atleta visitato, una scheda medica, con gli esami effettuati, per un periodo di 5 anni dalla data
della visita.
Validità del certificato
Il certificato di idoneità sportiva agonistica è SPECIFICO, con indicazione dello sport per cui è
stata concessa l'idoneità e quindi può essere utilizzato solo per quello sport in particolare, anche
se, in occasione della visita di idoneità, in base alla richiesta effettuata dalla società sportiva e/o
dall’atleta, lo specialista può rilasciare tanti certificati quanti sono gli sport praticati.
Il certificato di idoneità all’attività sportiva agonistica vale un anno dalla data della sua
emissione; per gli sport di Tabella A, secondo gruppo, di cui sopra, la validità è biennale.
Gli obblighi a carico delle società/associazioni sportive (e alcuni consigli operativi):
a) subordinare la partecipazione degli atleti alle attività sportive agonistiche (gare ed allenamenti)
alla presentazione del certificato di idoneità previsto dalla legge (obbligo);
b) conservare i certificati di idoneità dei propri atleti agonisti tesserati (obbligo) – quanto al periodo
di tempo si consiglia di equipararsi a quanto richiesto dalla legge ai medici sportivi (5 anni)
c) predisporre la prima visita sportiva prima del tesseramento alla Federazione/EPS degli atleti;
d) verificare che sulla certificazione di idoneità sia riportato il codice identificativo regionale del
medico che ha effettuato la visita (obbligo);
e) rifiutare ai fini della pratica delle attività sportive agonistiche e non agonistiche i certificati
rilasciati da specialisti diversi da quelli indicati dalla normativa vigente (obbligo);
f) tenere uno scadenziario, costantemente aggiornato, con le date in cui devono essere effettuati i
rinnovi delle visite mediche;
3.2 – L’attività sportiva non agonistica
Per le attività sportive non agonistiche la normativa nazionale di riferimento è rappresentata dal
decreto del ministero della salute del 18/02/1983, in forza del quale (art. 3) la certificazione può
essere effettuata (dopo una visita accurata, ma senza obbligo di accertamenti clinici e strumentali)
anche dal proprio medico di base o dal proprio pediatra di base, oltre che, ovviamente, dallo
Specialista in Medicina dello Sport e dalle strutture autorizzate al rilascio dell’idoneità sportiva
agonistica. (Questa aspetto della normativa è contraddittorio, in quanto l’esclusiva del medico di
base è prevista in relazione alle disposizioni dei rispettivi accordi collettivi, laddove, ai fini
prettamente sanitari, dovrebbe avere validità, e viene in genere accettato, anche il certificato di
buona salute rilasciato da un medico di medicina generale che non sia il medico di base).
Gli sportivi (non agonisti) che devono essere sottoposti al controllo sanitario previsto dal D.M. sono
(art. 1):
c) gli alunni che svolgono attività fisico-sportive organizzate dagli organi scolastici nell’ambito
delle attività parascolastiche;
d) colo che svolgono attività sportive qualificate non agonistiche (amatoriali) dalle Federazioni
sportive nazionali o dagli Enti di promozione sportiva riconosciuti dal CONI;
e) i partecipanti ai Giochi della Gioventù nelle fasi precedenti quelle nazionali.
Dal tenore letterale della norma appare chiaro come l’obbligatorietà dei suddetti certificati riguardi
esclusivamente quelle società ed a.s.d. riconosciute dal Coni, attraverso l’affiliazione ad una
Federazione Sportiva Nazionale o tramite un Ente di Promozione Sportiva, escludendo
dall’obbligatorietà dell’applicazione della norma tutte quelle realtà non riconosciute dal Coni o tutte
quelle attività poste nei confronti di “non tesserati”.
Ciò non toglie che sia comunque consigliabile la richiesta del certificato anche nelle situazioni in
relazione alle quali ciò risulti non obbligatorio ai sensi di legge. Su questo aspetto si tornerà più
oltre.
Forma e Validità del certificato
Il certificato di buona salute, ovvero di idoneità sportiva non agonistica è GENERICO, senza
obbligo di indicazione dello sport praticato ed è valido per praticare più sport non agonistici.
Ai sensi dell’art. 2 del D.M di riferimento, il certificato di “stato di buona salute” deve essere
rilasciato in conformità al modello allegato al DM stesso, e, quindi, deve indicare:
a) cognome, nome, luogo di nascita, residenza, numero di iscrizione al SSN dello sportivo
richiedente il certificato;
b) la dizione: “il soggetto sulla base della visita medica da me effettuata risulta in stato di buona
salute e non presenta controindicazioni in atto alla pratica di attività sportive non agonistiche. Il
presente certificato ha validità annuale dalla data del rilascio”. Per certificati che rechino diciture
differenti occorre controllare comunque che siano provvisti di data, timbro e firma del medico.
In caso di sospetto clinico il medico/pediatra può richiedere accertamenti integrativi.
Il certificato di buon salute per lo svolgimento dell’attività sportiva non agonistica vale un anno
dalla data della sua emissione.
Inutilità ed illegittimità delle “Autocertificazioni” e delle “dichiarazioni di scarico di
responsabilità”:
Sempre più spesso si verificano situazioni in cui, anche al fine di non richiedere allo sportivo il
sostenimento della spesa relativa al certificato (su cui vedi ultra), le strutture sportive (palestre,
piscine, circoli sportivi) e/o gli organizzatori di tornei amatoriali richiedono il rilascio, in luogo del
certificato di buona salute rilasciato dal medico competente, di una autocertificazione di stato di
buona salute e/o di una dichiarazione di scarico di responsabilità nei confronti della struttura
sportiva/ente organizzatore.
Deve essere chiaro che tale modus operandi è:
- illegittimo, in quanto tale fattispecie non rientra tra quelle tassativamente elencate dalle vigenti
disposizioni in materia di autocertificazione;
- illegittimo in quanto, con la dichiarazione liberatoria, lo sportivo accetta, in sostanza, la
possibilità che dallo svolgimento dell’attività sportiva possa derivargli un danno, rinunciando ex
ante a richiedere all’ente/comitato organizzatore qualsiasi risarcimento a fronte di tale danno:
tuttavia tale rinuncia appare vietata ai sensi dell’art. 5 del c.c. “atti di disposizione del proprio
corpo”;
- inutile, in quanto o ci si trova in situazioni in cui il certificato medico non è richiesto
obbligatoriamente dalla legge, ovvero, se tale certificato è obbligatorio, nessuna dichiarazione di
scarico di responsabilità può sostituirlo.
Ovviamente il problema non si pone neppure per chi esercita attività agonistica.
Ma il certificato è obbligatorio per qualsiasi attività non agonistica?
Come già sottolineato, il D.M. 28/02/1983, richiede la certificazione medica per attività non
agonistica solo in relazione alle attività svolte dalle società ed a.s.d. riconosciute dal Coni,
attraverso l’affiliazione ad una Federazione Sportiva Nazionale o tramite un Ente di Promozione
Sportiva, escludendo dall’obbligatorietà dell’applicazione della norma tutte quelle realtà non
riconosciute dal Coni nonché tutte quelle attività poste nei confronti di “non tesserati”.
Ne deriva che tutte le attività svolte ed organizzate da enti non riconosciuti dal CONI, nonché
da società commerciali che gestiscono impianti sportivi sono, secondo un’interpretazione
letterale della norma, non soggette all’obbligo di richiesta di certificazione medica.
La questione è di primaria importanza in quanto l’obbligatorietà o meno del rilascio del
certificato assume risvolti determinanti in materia di responsabilità civile nonché sotto il profilo
assicurativo.
Su tale materia non c’è mai stata eccessiva chiarezza ed abbondano le interpretazioni soggettive.
Si sottolinea inoltre che, trattandosi di materia di competenza regionale, si invitano i lettori
interessati a verificare se e come la Regione di competenza ha disciplinato la materia (ad es.
alcune regioni, come il Lazio, il Veneto, l’Emilia Romagna e la Toscana hanno disciplinato la
materia).
Appare tuttavia opportuno segnalare il parere della Regione Lazio (pronunciamento del
27/12/2004) in risposta ad un quesito presentato dalla Federazione Italiana Nuoto:
in tale parere la Direzione Regionale per la programmazione sanitaria e la tutela della salute
della Regione Lazio afferma che:
a) per la partecipazione ai corsi di apprendimento o perfezionamento di varie discipline
sportive e ginnico-motorie per bambini, adulti ed anziani, senza alcun impegno competitivo
ed attività para-sportive quali ballo, danza, attività teatrali…… non occorre alcuna
certificazione medica in quanto tali attività non possono rientrare nell’ambito delle attività
sportive non agonistiche……………….;
b) poiché alla luce della normativa nazionale (e regionale) non è prevista una disposizione
specifica in merito, è consigliabile, per la tutela di coloro che praticano tali attività, il
certificato di stato di buona salute, al fine di limitare i rischi connessi all’espletamento di
una attività fisica non coerente con lo stato di salute e le potenzialità dei soggetti interessati;
c) comunque, se per l’esercizio delle attività sopraelencate viene richiesto da parte delle società
sportive il tesseramento alle rispettive federazioni, ad avviso di questa Direzione, la
procedura del tesseramento liberamente sottoscritta dagli interessati indica in via presuntiva
che non si tratta di attività ludico-motorie, ma di attività sportive non agonistiche o
addirittura agonistiche per le quali è necessaria la certificazione medica………..”
Anche se si tratta del pronunciamento di una direzione regionale (si sottolinea nuovamente di
verificare cosa prevedono in proposito le singole normative regionali), le conclusioni appaiono
sia chiare che condivisibili:
1) il certificato medico non è obbligatorio ove non richiesto dalla legge;
2) la richiesta del certificato appare tuttavia prudenziale e consigliabile, a qualsiasi scopo
(preventivo, di responsabilità e assicurativo).
4 – IL COSTO DEL CERTIFICATO – LA PARTECIPAZIONE ALLA SPESA
SANITARIA
In passato, sulla base degli accordi collettivi nazionali, i medici di base erano tenuti a rilasciare
gratuitamente il certificato di “stato di buona salute”. Con il rinnovo dell’Accordo collettivo
nazionale dei medici di medicina generale e pediatri di libera scelta, tale gratuità non è più
assicurata, salvo che per le attività parascolastiche e i Giochi della Gioventù.
Il Ministero della Salute, infatti, con Decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri
pubblicato sulla G.U. del 08/02/2002 supp. Ord. N. 26, ha escluso dai LEA (livelli essenziali di
assistenza) le certificazioni mediche (con esclusione di quelle richieste dalle istituzioni
scolastiche ai fini della pratica non agonistica per i propri alunni, ai sensi dell’art. 31 del DPR
270/2000 e dell’art. 28 del DPR 272/2000) non rispondenti a fini di tutela della salute collettiva,
anche quando richieste da disposizioni di legge (incluse le certificazioni di idoneità alla pratica
di attività sportiva, agonistica e non, idoneità fisica all'impiego, idoneità al servizio civile,
idoneità all'affidamento e all'adozione, rilascio patente, porto d'armi, ecc.), in quanto non
rispondono alle necessità assistenziali tutelate in base ai principi ispiratori del SSN o non
soddisfano il principio dell’efficacia e dell’appropriatezza, delegando qualsiasi attività
normativa alle Regioni, le quali non sempre si dimostrano sensibili all’importanza della
prevenzione e del controllo per l’attività sportiva.
Tuttavia questo decreto è stato parzialmente modificato dal DPCM 28.11. 2003 (in Gazzetta
Ufficiale n.286 del 10 Dicembre 2003), che ha fatto rientrare nei LEA le certificazioni di
idoneità di minori e disabili alla pratica sportiva agonistica nelle società dilettantistiche.
E’ molto importante ricordare che le prestazioni e i servizi inclusi nei LEA rappresentano il
livello “essenziale” garantito a tutti i cittadini ma le Regioni, come hanno fatto fino ad oggi,
potranno utilizzare risorse proprie per garantire servizi e prestazioni ulteriori rispetto a quelle
incluse nei LEA.
Sono totalmente escluse dalle prestazioni qualificate come Livelli essenziali di assistenza, ai
sensi dell’allegato 2°A del DPCM 29.11.01, le certificazioni mediche non rispondenti a fini di
tutela della salute collettiva, anche quando richieste da disposizioni di legge.
In conclusione si ricorda che nei servizi gratuiti o soggetti a solo ticket rientrano tra le altre:
1) le certificazioni richieste dalle istituzioni scolastiche ai fini della pratica sportiva non
agonistica nell'ambito scolastico, rilasciate dal medico di medicina generale ai sensi dell'art.
31 del decreto del Presidente della Repubblica n. 270 del 2000 e dal pediatra di libera scelta ai
sensi dell'art. 29 del decreto del Presidente della Repubblica n. 272 del 2000;
2) le certificazioni di idoneità di minori e disabili alla pratica sportiva agonistica nelle
società dilettantistiche.
Decade quindi la gratuità precedentemente prevista per il rilascio della certificazione di idoneità
all’attività agonistica per i minori di 18 anni, e, in assenza di provvedimenti specifici regionali,
il costo degli accertamenti per i maggiorenni potrebbe essere totalmente a carico dell'utente.
Occorre tuttavia, come sempre, rifarsi alle normative regionali, che potrebbero anche prevedere
il ripristino della gratuità per i minorenni.
Per quanto riguarda il costo della visita, questo può variare da regione a regione.
Attenzione: non viene abolito l’obbligo della certificazione, ma solo la sua gratuità.
5 – CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE
Il numero dei praticanti attività sportiva è, per fortuna, in costante aumento: molti sono coloro
che praticano attività sportiva agonistica in Italia, ma ben maggiore e il numero di praticanti
attività sportive a livello amatoriale;
per questa categoria di “sportivi” manca un riferimento legislativo ad hoc (fatta eccezione per
qualche intervento normativo al livello regionale) che regolamenti in maniera univoca e precisa
la materia e che renda obbligatorio il certificato medico nello svolgimento delle attività sportive
ludiche e/o amatoriali. Come sopra specificato, infatti, rimane ad esclusiva discrezione del
centro sportivo richiedere ai soci/frequentatori, quale condizione per l’ammissione all’attività
sportiva non subordinata a normative CONI, il certificato di buona salute ovvero demandare e
ridurre il tutto a le semplice rilascio di dichiarazioni discarico” della responsabilità (che, come
sopra evidenziato, sono del tutto inutili). .
Spesso si valutano solo gli aspetti positivi della pratica sportiva e della attività motoria senza
considerare che, a volte, i benefici non sono automatici ed insiti nella stessa pratica sportiva ma
sono anche la conseguenza di comportamenti ed atteggiamenti personali che interagiscono con
lo svolgimento dell'attività sportiva di quella specifica disciplina: se, per esempio, si va in
palestra, piscina, a giocare a calcio o a fare cicloturismo senza abbandonare abitudini nocive
come il fumo, l’alcool, un'alimentazione sregolata, poco riposo ed eccessivo stress, non solo la
pratica sportiva potrà contribuire al benessere fisico solo in misura relativa, ma potrebbe anche
essere addirittura dannosa e causa di patologie cardiocircolatorie.
Inoltre spesso si ritiene, erroneamente, che il cosiddetto "sport amatoriale" sia quello meno
pericoloso in quanto dovrebbe richiedere bassi livelli di agonismo, mentre spesso, al contrario,
venendo praticato il più delle volte saltuariamente, senza la possibilità o la voglia di sottoporsi a
visite mediche e in molti casi in età mediamente avanzata può essere molto più a rischio dello
sport di vertice, o comunque agonistico, dove gli atleti possono quasi sempre contare su
qualificate équipe di medici specialisti e, comunque, sono assoggettati per legge all’obbligo
della visita di idoneità.
Considerati i problemi che l’assenza di un certificato di buona salute (indipendentemente
dall’obbligo legale) o di idoneità agonistica comportano a livello di responsabilità (civile e/o
assicurativa) del Presidente del sodalizio sportivo e/o degli amministratori della struttura
sportiva nonché, a livello di sport agonistici, di coloro che verosimilmente potevano essere al
corrente della situazione quali i dirigenti della società e l’allenatore, è assolutamente auspicabile
che i soggetti (ASD, Enti, Circoli sportivi, Palestre) si dotino di un codice di
autoregolamentazione in tal senso, richiedendo, come conditio sine qua non per l’accesso alle
strutture sportive, la presenza del certificato.
Non solo, occorre anche essere consapevoli che, a volte, il certificato di buona salute da solo
può non essere sufficiente a stabilire se una persona è veramente idonea a praticare la disciplina
sportiva prescelta, soprattutto se questa richiede sforzi considerevoli, come sovente accade
all’interno di una palestra o nel corso di manifestazioni amatoriali (es. gare di ciclismo di gran
fondo).
Sottoporsi ad un attento controllo medico sportivo, prima di iniziare la pratica di un’attivita’
sportiva, anche a livello amatoriale, serve sicuramente a chi intraprende un’attività fisica a
venire a conoscenza dell’esistenza di qualche patologia potenzialmente pericolosa o di rendersi
conto quale livello di sforzo è in grado di sopportare; l’esito del controllo è, inoltre,
assolutamente utile, per non dire indispensabile, all’istruttore sportivo per capire quali sono i
limiti al di sopra dei quali non è opportuno andare.
Oltretutto, una accurata visita medico-sportiva è molto importante, soprattutto nel giovane,
perché permette di evidenziare eventuali patologie a rischio, ma soprattutto perché permette di
intervenire su problematiche strutturali importanti per un corretto sviluppo ed accrescimento:
eccesso di peso, scoliosi o atteggiamenti scoliotici, alterazioni dell’appoggio del piede (piede
piatto, cavo) e del ginocchio (ginocchio valgo, varo), alterazioni che, se trascurate, possono
causare in età adulta gravi problemi patologici.
Ugualmente importante è tale controllo nell’adulto che quasi sempre, preso dalla “smania
sportiva", dopo anni di sedentarietà decide di iniziare l'attività fisica, e che, spesso, non inizia a
praticare con calma e tranquillità, attività aerobiche ed a bassa intensità quali corsa, ciclismo,
nuoto, ginnastica a corpo libero (tutte attività estremamente salutari!), ma approccia attività
estremamente intense ed a rischio quali Body building, calcio, tennis, ovvero svolge attività
potenzialmente aerobiche ma ad alta intensità (cicloamatori) per le quali sarebbe opportuno
effettuare una visita approfondita per verificare l’idoneità allo sforzo. Un controllo
dell'efficienza cardiaca, respiratoria, muscolo-tendinea ed articolare è importantissimo per
prevenire accidenti talvolta molto seri.
Sarebbe auspicabile infine una maggiore responsabilità da parte delle Federazioni e degli Enti di
Promozione Sportiva nel permettere l'iscrizione a campionati e tornei solo a quegli atleti in
possesso del certificato d'idoneità, non lasciando, come avviene in alcuni casi, solo la
responsabilità al presidente di ogni singola squadra.
Anche la legislazione vigente può essere migliorata fornendo alla massa dei praticanti maggiori
possibilità per l'effettuazione delle visite mediche ed a costi più ridotti, ma è comunque certo
che una vera prevenzione e tutela sanitaria nello sport potrà essere concretizzata partendo dalla
consapevolezza e responsabilità di ogni atleta e di tutti le figure, professionali e non, che
ruotano all'interno del mondo sportivo.
Per chiudere, un'avvertenza: diffidate dalle visite fatte “in batteria", in strutture non autorizzate
(lo “studio di medicina dello sport” ha delle caratteristiche ben determinate!), eseguite con
superficialità e privilegiando più la velocità di esecuzione che la accuratezza; la Medicina dello
Sport è una medicina preventiva e non una formalità!

sabato 28 aprile 2012


La visita medico-sportiva



Da molti considerata una seccatura o soltanto una formalità, la visita medico-sportivaè in realtà un passo fondamentale per chiunque abbia intenzione di iniziare un'attività sportiva, agonistica e non. Inoltre, è una buona occasione per fare il punto della situazione per quel che riguarda la salute del nostro corpo.
In ogni caso, a chiunque voglia iniziare a praticare uno sport, verrà chiesto uncertificato di idoneità, da farsi rilasciare solitamente dal medico curante. Ed è proprio per questo che spesso chi si reca dal medico chiede che il certificato venga rilasciato senza visita. Invece, quello che è veramente importante è proprio il momento della visita, volta ad accertare una buona resistenza fisica allo sforzo.

Oltretutto, la legge italiana impone alle persone che si apprestano ad iniziare un'attività sportiva di effettuare una visita di idoneità, distinguendo tra quella prevista per l'attività agonistica e per quella per l'attività amatoriale. In realtà, però, anche chi praticaattività non agonistiche ma comunque impegnative, tipo spinning o culturismo, dovrebbe effettuare la visita per l'attività agonistica. E' quindi fondamentale diffidaredelle palestre o dei centri sportivi in generale che non richiedono né certificato, né visita.

Dove fare la visita
Solitamente, il certificato, e quindi la visita, si richiede al medico curante. E' il medico che ci conosce meglio e quindi è quello che saprà interpretare al meglio eventuali sintomio condizioni particolari. Il certificato normalmente costa intorno ai 20 euro, mentre per i ragazzi al di sotto dei 18 anni è gratis.
La visita medico-sportiva può anche essere effettuata presso l'ASL, dove si trova un medico dello sport. Per l'attività agonistica è l'unico che può rilasciare il certificato di idoneità. Per effettuare la visita, è sufficiente prendere un appuntamento e pagare ilticket. Se invece preferite rivolgervi al medico dello sport allo studio privato, dovete spendere circa 50 euro, come qualsiasi visita specialistica.
Ricordate che il medico dello sport deve essere iscritto in un elenco regionale ed il corrispondente numero di iscrizione deve essere leggibile sul timbro apposto sul certificato. Infine, molti centri sportivi hanno un proprio medico dello sport; è una cosa normale, ma attenzione a verificare la dicitura della specializzazione sulla sua carta intestata e la sua iscrizione nelle liste regionali.

Come si effettua la visita
La visita cambia a seconda dell'uso che se ne deve fare. Se l'attività da svolgere è semplicemente amatoriale, allora basterà una semplice visita generale, a udito, vista, movimenti, accompagnato dalla misurazione della pressione ed auscultazione del battito cardiaco.
In caso di attività agonistica, invece, sono previsti degli esami più specifici. E' comunque consigliabile effettuare una visita per attività agonistica anche se l'attività amatoriale impegna maggiormente il vostro organismo.

Gli esami richiesti per l'attività agonistica sono l'elettrocardiogramma, la spirografia ed alcuni esami di laboratorio. Solitamente viene eseguito un elettrocardiogramma a riposo seguito da uno sotto sforzo, effettuato salendo e scendendo da uno step a ritmo sostenuto.
Questi due esami servono a valutare la risposta cardiaca durante uno sforzo e la capacità di recupero del cuore a sforzo terminato. La pirografia valuta la potenza ed il volume d'aria dei polmoni; si effettua soffiando in un tubicino collegato ad unmacchinario secondo le indicazioni ed il ritmo suggerito dal medico.
Per quel che riguarda gli esami di laboratorio, è obbligatorio l'esame delle urine, ma in casi di situazioni dubbie il medico può anche richiedere specifici esami del sangue.



Considerazioni, riflessioni e dubbi ... "medico-sportivi"



VOGLIO FARE UNA VISITA MEDICO - SPORTIVA ...:
1) come faccio a sapere a chi rivolgermi?
2) come deve essere effettuata la visita?

1- FACILE! Basterebbe consultare il B.U.R. (Bollettino Ufficiale Regionale) dove è stato pubblicato l'ultimo elenco degli specialisti in Medicina dello Sport e dei loro studi professionali ...
Ma quando viene pubblicato il B.U.R. e dove si può consultare / acquistare ...?
Come spesso avviene nel nostro paese, delle situazioni apparentemente semplici si "arenano" nella sabbia della mancata informazione: l'elenco degli specialisti autorizzati a rilasciare i certificati di idoneità allo sport dovrebbe, per legge (vedi norma di legge), essere aggiornato ogni 12 mesi e pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione (B.U.R.), ma l'ultimo elenco pubblicato risale al 7 marzo 2009 ... e, come detto, nessuno ne conosce l'esistenza: provare per credere!


2- La visita dovrebbe essere effettuata nelle strutture autorizzate, presenti nello stesso elenco degli specialisti in Medicina dello Sport. Per l'ammissione alla visita è necessaria la consegna allo specialista della "lettera di richiesta della società sportiva" (http://www.sportmedicina.com/richiesta_societa.htm). La visita dovrebbe comprendere la compilazione di una cartella clinica con una accurata "anamnesi" (indagine conoscitiva sui precedenti fisiologici e patologici, individuali e familiari, di un paziente, redatta dal medico) e l'esecuzione degli esami previsti dalle norme di legge (vedi: http://www.sportmedicina.com/esami_sport.htm).
Lo specialista, al termine della visita, deve rilasciare sempre un certificato (IDONEONON IDONEOSOSPESO) e comunicare alla ASL l'elenco delle visite effettuate ... Semplice non è vero?


Ma non è questo ciò che accade nella realtà: spesso non esiste la lettera di richiesta della società (importantissima per permettere allo specialista di fermare dall'attività un atleta a rischio per la presenza di patologie, comunicando immediatamente la situazione alla società sportiva); vengono effettuate visite "in batteria" e/o in luoghi in cui è vietato effettuarle (spogliatoi di strutture sportive, palestre ...), senza eseguire gli esami richiesti, senza acquisire tutta la documentazione necessaria, senza la presenza dei genitori in caso di atleti minorenni ... E solo alcuni degli specialisti in Medicina dello Sport inviano l'elenco delle visite fatte alle ASL.
Ma per fare una visita "obbligatoria" ad un soggetto sano si spendono soldi, si perde tempo e denaro ...
E allora spezziamo una lancia in favore di chi vuole spendere meno: "... tanto muoiono gli altri ..." e non vuole perdere tempo: "... tanto sono perfettamente sano ...", "... tanto è una visita inutile ..." e quindi facciamoci dare il certificato anche senza visita (spesso succede anche questo!), facciamoci visitare negli scantinati o negli spogliatoi e lasciamo nostro figlio nello stesso spogliatoio a fare la visita da solo, non preoccupandoci della nostra salute o di quella dei nostri figli ...


Ma è bene essere coscienti di quello che facciamo e sapere che: il tesseramento è valido solo se esiste una visita eseguita a norma di legge; l'assicurazione sportiva è attiva solo se esiste una visita a norma, ma soprattutto che la nostra salute e quella dei nostri figli è un bene da salvaguardare e, sarà banale, ma è sempre meglio "prevenire che curare".


Quindi se ci interessa realmente la prevenzione:
pretendiamo di avere dallo specialista una prestazione a norma di legge
verifichiamo che il medico sia in possesso del numero regionale di autorizzazione (che deve essere riportato in calce al certificato:http://www.sportmedicina.com/attenzione_certificato.htm)
pretendiamo di assistere alle visite dei nostri figli
chiediamo il relativo documento fiscale (la fattura della prestazione) per essere certi che l'esecuzione della prestazione stessa venga comunicata regolarmente.
E soprattutto informiamo le autorità competenti di tutte le "anomalie" riscontrate.







ANOMALIE, ERRORI, ASSURDITÀ ... della Medicina dello Sport

1- PREVENZIONE: La medicina dello sport è "PREVENZIONE" … Infatti per aumentare il livello di prevenzione, il certificato di idoneità all'attività "ludico- motoria" (quella, per capirci, di chi va in palestra, in piscina, senza un allenamento, magari a 50 anni e dopo un lungo periodo di sedentarietà ...) non è più obbligatorio.
PREVENZIONE, allora … cosa vuol dire?

2- CERTIFICATI: Chi può rilasciare il certificato di idoneità all'attività "ludico-motoria" e il certificato all'attività sportiva "non agonistica"? La norma di legge recita:

ART. 3
(Destinatari)
1. Gli interventi previsti dalla presente legge sono rivolti:
... omissis
c) a coloro che praticano o intendono praticare in forma organizzata attività sportive non agonistiche a carattere motorio formativo o attività fisico-ricreativa
... omissis
ART.7
(Tutela sanitaria delle attività sportive non agonistiche)
1. La certificazione per l'espletamento delle attività sportive non agonistiche di cui all'articolo 2, comma 2, è rilasciata, ai sensi degli accordi collettivi nazionali vigenti e dell'articolo 2 del D.M. 28 febbraio 1983, dai medici di medicina generale e dai medici specialisti pediatri di libera scelta.
2. La certificazione può essere rilasciata, su richiesta dell'utente ed a spese dello stesso, anche dagli specialisti in medicina dello sport iscritti all'elenco regionale di cui all'articolo 16.
... omissis

Ma allora perché cardiologi, ortopedici, ginecologi, medici generici, nei loro studi e/o nelle palestre e nelle piscine rilasciano questi certificati? E perché nessuno chiarisce la situazione? L'Ufficio Legale dell'Ordine dei Medici di Roma, al quesito di un cardiologo in merito alla possibilità di rilasciare tale certificato ha risposto: "… certo che può rilasciarlo, qual è il problema? ...".
Ma l'ufficio legale dell'Ordine dei Medici e i medici non dovrebbero conoscere le norme di legge?

3- I "NUOVI SPORT": Lo specialista in Medicina dello Sport, se all'atto della visita evidenzia una patologia che controindica l'attività sportiva, deveimmediatamente comunicare la NON IDONEITÀ all'atleta, alla società sportiva dell'atleta ed alla federazione di appartenenza (vedi norma di legge). Tutto ciò per salvaguardare la salute dell'atleta stesso.
Ma quando arriva qualcuno con il bando di concorso per Esercito, Marina, Carabinieri, Polizia, Vigili del Fuoco ecc., che richiede il certificato di idoneità allo sport agonistico (tra l'altro nei bandi di concorso si legge di tutto: 1) si richiede il certificato allo sport agonistico senza specificare quale sport, mentre la legge obbliga a definire lo sport in ogni certificato; 2) si richiede che il medico certificatore sia iscritto alla Federazione Medico Sportiva …; 3) la "struttura" che rilascia il certificato deve essere convenzionata con il servizio pubblico …) e questo qualcuno risulta NON IDONEO, il medico a quale "società sportiva" comunica la non idoneità? Lo stesso dicasi per chi pratica la Danza Classica …
Ma lo scopo della legge non è "la tutela della salute dell'atleta"? E chi impedisce al soggetto di andare di medico in medico finché non trova chi gli firma il certificato ...?
Certo si potrebbe seguire il consiglio che qualcuno ha dato: non visitate chi chiede il certificato per la Danza Classica o per i Concorsi Militari, visto che tali certificazioni non sono previste dalle norme … Così invece di risolvere il problema lo si evita, impedendo comunque a tanti giovani di partecipare ad un concorso che potrebbe dare anche una possibilità di lavoro: cosa che al giorno d'oggi non è di poca importanza.

E allora si dovrebbe intervenire e far capire che sono proprio quelli che praticano attività fisica ludico-motoria a correre i maggiori rischi per la salute … e che i certificati medico-sportivi devono essere rilasciati solo dagli specialisti in medicina dello sport, che hanno frequentato, per aumentare le loro conoscenze specifiche, 4 anni di specializzazione post-laurea … e che si potrebbero inserire nelle norme del CONI e del Ministero della Salute anche Danza Classica e Atletica leggera e Nuoto per Concorsi Militari definendo le modalità di comportamento dello specialista per la certificazione e le eventuali comunicazioni di NON IDONEITÀ ...
Ma a chi spetta l'onere di proporre quanto necessario a migliorare la tutela della salute della popolazione e il livello di prevenzione? Ai Politici, Al Ministero, al Coni, alla Federazione Medico Sportiva, agli Specialisti stessi ...? Troppi i soggetti e quindi la domanda resta senza risposta …

Del resto, sempre parlando di prevenzione, in una circolare del CONI inviata alle Federazioni Sportive nel 2008 è stata indicata l'opportunità di effettuare, superata un'età stabilita dalle varie federazioni sportive, un test da sforzo (cicloergometro); necessità poi confermata anche dal COCIS 2009 (Protocolli Cardiologici per la Medicina dello Sport): ma se il test è necessario per migliorare l'accuratezza della visita e aumentare il livello di prevenzione, perché non ufficializzarne l'obbligatorietà?
E per finire, chi dovrebbe comunicare qualunque variazione delle norme relative alla tutela sanitaria delle attività sportive agli specialisti in medicina dello sport, che ne vengono a conoscenza per caso (e non sempre ...)?

Ma la PREVENZIONE, fondamentale nei programmi elettorali, nelle pubblicità, nelle trasmissioni e nei "faccia a faccia" televisivi, esiste poi veramente? Forse potremmo farla cercare dallo staff di "Chi l'ha visto ...?" ...

venerdì 27 aprile 2012

PILATES


La tecnica Pilates



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Abbiamo imparato a capire che la buona alimentazione è la base di una vita sana, ma ora sappiamo anche che deve sempre essere accompagnata da costante attività fisica. Ci sono sport che servono solo a dimagrire (calcio, pallacanestro, pallavolo), altri utili per la salute cardiovascolare (camminare, maratona, nuotare, andare in bicicletta), altri solo per aumentare e tonificare la massa muscolare (palestra, pesi), ed altri , molto di moda, che servono alla salute, per dimagrire, tonificare e rilassare la mente dallo stress quotidiano: Yoga e Pilates.
Questi tipi di esercizi fisici sviluppano la forza fisica, l’ elasticità e la coordinazione del nostro corpo e della mente.
Nati come moda fra le attrici di Hollywood, oggi sono famose in tutto il mondo per i loro ottimi benefici alla salute. Queste tecniche regalano un corpo snello e tonificato, migliorano la postura della schiena, migliorano la respirazione, aiutano a rilassarsi, a diminuire i livelli di stress, a mantenere la mente concentrata ed allenata e ad aiutare a eliminare le tossine del organismo.
La tecnica del Pilates è nata a Dusseldorf, Germania, circa 100 anni fa; il suo creatore è Joseph Pilates, un ragazzo che cominciò ad esercitarsi con una tecnica di sua invenzione, con lo scopo di rinforzare la sua muscolatura indebolita dalla tubercolosi.
Per molti anni questo metodo è rimasto una pratica esclusiva per i ballerini del New York City Ballet, ma qualche tempo dopo cominciò ad essere famosa anche fra gli atleti.
La tecnica Pilates non è solo utile per le persone sane o per le persone che desiderano avere una buona linea e una buona salute, ma è anche una tecnica che può essere utilizzata dai fisioterapisti con i pazienti dalla mobilità limitata. Infatti già Joseph Pilates utilizzava la sua tecnica per la riabilitazione di malati e feriti della prima guerra mondiale.
Il metodo ha subito diversi cambiamenti attraverso gli anni, ma il principio è rimasto sempre lo stesso. Inizialmente la tecnica fu creata per essere svolta con macchine speciali, che ancora oggi si utilizzano nei centri sportivi più sofisticati e di alto livello, ma grazie all’aiuto di diversi specialisti del fitness, la tecnica è stata semplificata per poterla eseguire senza macchinari, limitandosi a rivolgersi ad un centro sportivo o una palestra in cui è attivato il corso di Pilates, o addirittura comprando CD e DVD per scoprire da soli questa tecnica, con soli 20 minuti ,per 3 volte alla settimana, nel tempo libero.
Il pilates richiede molta concentrazione e una respirazione adeguata.
Chi fa Pilates 3 volte alla settimana assume una postura corretta, aiuta a migliorare il mal di testa, i problemi di tensione muscolare ed altri problemi derivati da difetti di postura. È importante sapere che con il pilates o lo yoga la costante concentrazione a cui viene sottoposto il cervello per eseguire correttamente i movimenti, non stanca la mente, ma la rende totalmente rilassata.
PRINCIPI DEL PILATES:
  • La concentrazione: la concentrazione è la base del pilates. I movimenti devono essere precisi e coordinati, e per questo viene richiesta una gran concentrazione. La mente così si libera da pensieri e problemi, rendendo così questa tecnica un ottimo antistress.
  • Il respiro: nel Pilates bisogna respirare profondamente e ritmicamente, inspirando molta aria fino a riempire completamente i polmoni. Bisogna inoltre fare attenzione al momento in cui si respira e a che velocità. In questa tecnica, infatti, si deve respirare quando si compie lo sforzo, anche se di solito la gente fa il contrario, ma ciò non è corretto, poichè se si inspira sotto sforzo il corpo si irrigidisce.
  • La cintura di forza: secondo Joseph Pilates la “cintura di forza” comprende 3 settori importanti, schiena, pancia e glutei. La parte alta della schiena tende ad accumulare forti tensioni, ma se si impara a muovere le braccia in modo corretto (dal centro della schiena alla spalla) si può eliminare la tensione. La concentrazione degli addominali fa rinforzare i muscoli e permette di avere una pancia piatta. I muscoli dei glutei vengono invece “strizzarli”, permettendo una buona tonificazione.
  • La fluidità dei movimenti: questa tecnica non permette movimenti improvvisi né a scatti, ma movimenti lenti e naturali.
  • Il rilassamento: elemento importante per il Pilates, specialmente per combattere lo stress e la tensione muscolare. Permette di ricuperare la tranquillità della mente.

La paralisi del nervo faciale

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Il nervo facciale: cenni anatomici e funzionali

Il nervo faciale è il settimo nervo cranico. E’ un nervo principalmente motorio che regola tutta la motilità della faccia. Il nervo ha anche altre funzioni secondarie quali il controllo della lacrimazione e di parte della salivazione. Origina dal tronco dell'encefalo ed emergere a livello del solco bulbo-pontino. Di qui, il nervo attraversa lo spazio subaracnoideo e penetra nel canale uditivo interno e quindi fuoriesce dalla base cranica a livello del forame stilo mastoideo. I rami terminali del faciale innervano i muscoli mimici (platisma, buccinatore, orbicolare delle palpebre, grande zigomatico) deputati all’espressione facciale.

LA PARALISI DEL NERVO FACIALE

Il sintomo caratteristico è costituito da un deficit della funzione motoria a carico dei muscoli mimici che può essere completo (immobilità completa della metà faccia),oppure soltanto parziale. Si distinguono una paralisi periferica e una paralisi centrale del nervo.

1.  LA PARALISI PERIFERICA

La paralisi periferica è detta anche paralisi di Bell ed è caratterizzata da una paralisi completa dei muscoli mimici dell’intero emivolto. Il paziente lamenterà impossibilità a corrugare la fronte, a chiudere la palpebra (lagoftalmo), “ad arricciare il naso, a gonfiare le guance e a fischiare e noterà un’abbassamento dell’angolo della bocca dal lato interessato. Sarà presente, inoltre, il cosidetto “fenomeno di Bell” (caratterizzato dalla rotazione del bulbo oculare verso l’alto quando si tenterà di chiudere l’occhio). Nella stragrande maggioranza dei casi di paralisi periferica del nervo non si riesce a evidenziare una causa scatenante, in casi rari il quadro può essere sostenuto da uno zoster auricolare, un’otite media, un’evento traumatico (frattura della rocca petrosa), un tumore dell’angolo ponto-cerebellare o una lesione del nucleo del nervo a livello del troncoencefalo, (lesione demielinizzante).

DIAGNOSI

La diagnosi è clinica, ma è sempre bene eseguire uno studio di Risonanza Magnetica per meglio studiare il nervo faciale, l’angolo ponto-cerebellare e il troncoencefalo o eventualmente nel caso di specifico sospetto clinico una TC delle rocche petrose. Uno studio neurofisiologico con elettromiografia ed elettroneurografia del faciale sarà utile per valutare l’entità del danno e prevedere la velocità del recupero.

TRATTAMENTO

Il trattamento si basa sull’utilizzo dei corticosteroidi (ma la loro utilità è attualmente messa in discussione), associati a fattori neurotrofici (in genere Vitamine del gruppo B o acido tioctico). L’utilizzo in associazione di antivirali è pratica comune ma la letteratura non è concorde circa la sua utilità. Se è presente lagoftalmo, la cornea,non più umidificata dal movimento della palpebra, può andare incontro a lesioni di tipo abrasivo, per cui andrà protetta con un pomata oftalmica e una occlusione, soprattutto durante la notte. Passata la fase plegica sarà utile la riabilitazione motoria della muscolatura mimica interessata.

PROGNOSI E COMPLICANZE

Nella maggior parte dei casi la guarigione inizia entro 2-3 settimane, e si completa al massimo entro 9 settimane. Il recupero completo si verifica nel 75-90 % dei casi. Nel 15-20% dei casi, l’evoluzione è complicata con lo sviluppo di esiti. Gli esiti più comuni sono rappresentati da: contrazioni muscolari inappropriate causate da una riparazione alterata del nervo; emispasmo faciale post-paralitico e la “sindrome delle lacrime di coccodrillo”, caratterizzata dalla presenza di secrezione lacrimale durante il pranzo.

PARALISI PERIFERICHE ATIPICHE

Queste sono rappresentate dalle paralisi bilaterali che devono far sospettare un polinevrite acuta dei nervi cranici e le paralisi recidivanti nel qual caso sarà necessario approfondimento diagnostico per neuroborreliosi e sarcoidosi.

2.  LA PARALISI CENTRALE

In questo caso il paziente non presenterà un’alterazione dei muscoli facciali del distretto superiore, per cui sarà in grado di corrugare la fronte, chiudere la palpebra, arricciare il naso. Saranno invece colpiti i muscoli mimici del distretto inferiore che determineranno per il paziente una difficoltà nella masticazione, lo scolo di saliva dall’angolo della bocca colpito e l’asimmetria del viso con l’abbassamento della rima labiale del lato colpito. In questo caso il quadro è causato da una lesione della via motoria cortico-bulbare (ovvero delle fibre motorie che dalla corteccia cerebrale scendono al tronco dell’encefalo al nucleo del nervo facciale). Una paralisi centrale del nervo andrà indagata con opportuni esami per individuare la causa che è varia (vascolare, demielinizzante, neoplastica).

domenica 22 aprile 2012


ESAME CLINICO E PROTOCOLLO RIABILITATIVO NELL'ALGODISTROFIA


Dal momento che la diagnosi di algodistrofia è
principalmente   clinica ,   risulta   indispensabi l e   l a
valutazione del dolore, delle alterazioni vasomotorie (edema, variazioni della temperatura e del colore della cute), trofiche (cute pallida e lucida, alterazioni della morfologia e degli annessi cutanei) e
delle retrazioni muscolari in quanto, in assenza di
un intervento precoce e mirato, si stabilisce una
progressiva riduzione dell’escursione articolare,
globale e selettiva, della mano ed un progressivo
deficit di forza fino alla completa limitazione funzionale dell’arto superiore, con difficoltà nello svolgimento delle ADL(attività della vita quotidiana).
Una volta classificato il dolore, per una valutaz i o n e   q u a n t i t a t i v a   u t i l i z z i amo   l a   S CALA VA S
“ Vi s u a l  An a l o g u e   S c a l e ”   i l   c u i   p u n t e g g i o   d a   0
(assenza di dolore) a 10 (massimo dolore) definisce
l’intensità della sintomatologia algica. Questo tipo
di test, viene eseguito nel corso della prima visita  e
durante la valutazione fisiatrica finale per verificare
peraltro l’efficacia del trattamento.
La valutazione del bilancio articolare del polso
e della mano, in tutte le direzioni del movimento,
viene effettuata con un semplice goniometro mentre
per la misurazione analitica della forza muscolar

de l l a  mano ut i l i z z i amo  l a   s c a l a  MRC  (Medi c a l
reserch Council) con un punteggio assegnato che va
da un minimo di 0 (assenza di contrazione) ad un
massimo di 5 (forza normale).
E’ importante valutare ciascun gruppo muscolare, comparando l’arto interessato con il controlaterale in modo da ottenere parametri di confronto
validi e conseguire quindi un punteggio reale della
forza.
La destrezza, la coordinazione e la motilità
fine delle mani viene valutata semplicemente invitando il paziente a toccarsi con il polpastrello del
pollice l’apice di ciascun dito in maniera veloce e
continua, oppure ad eseguire una funzione semplice
come sbottonarsi ed abbottonarsi la camicia.
Si possono effettuare inoltre, movimenti combinati più complessi attraverso il Box and Block
Test of Manual Dextery (spostare cioè dei cubetti
da un compartimento all’altro di un contenitore) o il
Purdue Pegboard Test (assemblare il più velocemente possibile, piccoli pioli metallici con rondelle
e cilindretti ed infilarli in appositi fori).
Accanto ai disturbi motori ed alle limitazioni
articolari è opportuno verificare l’eventuale soff erenza neurogena associata, attraverso l’esame della
sensibilità in particolare del nervo radiale, mediano
ed ulnare.
Infine utilizziamo la scala DASH (Disability
of the Arm, shoulder and Hand) per la valutazione
della funzionalità  globale dell’arto superiore.
Il protocollo terapeutico è di tipo conservativo
e prevede:
• terapia farmacologia (FANS, corticosteroidi,neurotrofici,bifosfonati);
• terapia fisica strumentale a scopo antalgico
e d   a n t i n f i amma t o r i o   c h e   s i   a v v a l e   d e l l ’ uso di
campi magnetici pulsati, della elettroterapia antalgica ed dell’ultrasuonoterapia per circa 4 settimane;
•  g i n n a s t i c a   v a s c o l a r e   c o n   i d r o t e r a p i a
calda/fredda e drenaggio linfatico manuale;
• trattamento chinesiterapico: con una mobilizzazione passiva ed attiva che non si deve limitare
solo alle articolazioni della mano, ma deve interessare tutte le articolazioni dell’arto superiore ed il
rachide cervicale, che spesso per un concomitante
atteggiamento antalgico risultano compromesse
nella loro funzionalità;
• rieducazione propriocettiva finalizzata alla
inibizione dei nocicettori (stimolati dall’iperattività
del simpatico) ed al riequilibrio di tutti i recettori
periferici. Questo trattamento è mirato all’innalzamento della soglia del dolore ed al ripristino della

coscienza della posizione nello spazio delle varie
strutture muscolotendinee e legamentose implicate
nel movimento e danneggiate dal pregresso trauma;
• sostegno psicologico;
• terapia occupazionale.
Il trattamento è sempre personalizzato sul singolo paziente e talvolta si rende necessario per il
persistere dell’intensa sintomatologia algica, associare interventi terapeutici alternativi, quali il blocco selettivo del simpatico, i blocchi anestetici del
plesso brachiale o del ganglio stellato che consentono, nelle successive ore, una mobilizzazione passiva continua (CPM), indolore della mano, che aiuta
il paziente a superare, se pur temporaneamente, la
paura del dolore esacerbato dal movimento.

domenica 15 aprile 2012



LA GIOCONDA, CON SINTOMI DI STRESS, CURATA NEL NOSTRO STUDIO.


Stress


Stress

Lo stress è una problematica che coinvolge, loro malgrado, una percentuale altissima di soggetti di tutte le età, etnie e nazionalità. Ma cos'è lo stress? Lo stress è una parola che ha lo stesso significato in molte lingue del mondo e si può affermare che lo stress sia frutto del benessere anche se può sembrare una cosa davvero fuori luogo ma è cosi.


Cos'è lo stress?

Le cause dello stress sono innumerevoli e principalmente esso si abbatte su persone sovraffaticate sia mentalmente che fisicamente che vivono uno stile di vita sempre sotto pressione e pieno di responsabilità fenomeno detto stress lavorativo.
Uno dei primi esperti a studiare lo stress ancora agli inizi del 1900 è il noto fisiologo canadese Hans Selye che passò una intera esistenza a cercare un ormone parallelo che secondo lui era la causa scatenante del malessere. Dopo incessanti studi e test Selye riuscì a pubblicare il suo primo articolo dove riportava in sintesi che lo stress è frutto di varie cause nocive diverse abbinate tra loro. Ad esempio i principali fattori dello stress fisico sono lavoro muscolare, caldo, freddo, agenti patogeni, traumi, medicamenti, droghe, ferite. Mentre per quanto riguarda la psiche ogni emozione può creare stress e questo può bastare per capire a quanto ogni giorno e ogni individuo possa essere esposto a fattori scatenanti.

Cosa fare contro lo stress

Andare a passeggio è uno dei rimedi più antichi ed efficaci mai conosciuti in caso di stress. È oramai assodato che allenamento fisico è fisicamente e psichicamente salutare. Basti pensare che già ai tempi della antica Grecia era risaputo che camminare o correre favorisse la circolazione sanguigna. Un leggero moto può bastare molte volte a placare irritazioni stati particolari ansiosi di nervosismo. Poi passeggiare è una attività fisica praticabile da tutti comprese le persone anziane in qualsiasi momento anche perché non comporta l'ausilio di appositi strumenti. Ma scopriamo qualche altra info sullo stress.

Giardinaggio contro lo stress

Quando le persone sono sotto stress, sembra letteralmente che portino tutto il peso del mondo sulle loro spalle. "Stare curvi limita la respirazione e riduce il flusso del sangue e dell'ossigeno al cervello, aumentando la tensione muscolare e la sensazione di panico e inerzia", spiega il Dr Cooper. Allungare la colonna vertebrale ha proprio l'effetto contrario. Migliora la circolazione, aumenta I livelli di ossigeno nel sangue e aiuta ad allentare la tensione muscolare, tutto ciò promuove il rilassamento. Fare del giardinaggio aiuta a mettere da parte I pensieri e ad avvicinarvi alla natura, che, come tutti sappiamo, allevia lo stress. Se non siete un giardini o non avete spazi per creare un giardino, curate una pianta in casa.
Piante = crescita = ciclo vitale, il tutto ci aiuta a ricordare che anche lo stress passerà...

Capire i propri limiti

Pretendere troppo da se stessi porta a una situazione di stress dovuto alla paura di non riuscire ad arrivare ai paletti prefissi o superare gli ostacoli che sono venuti a formarsi da eventuali scelte sbagliate. Capire i propri limiti è fondamentale per non superarli. Evitare di chiedere troppo a se stessi è la miglior cosa per avere una vita tranquilla con meno preoccupazioni e non trovarsi mai a constatare che realizzare le proprie aspirazioni non è stato possibile. Questi disagi possono trasformarsi in cose molto gravi come nevrosi ansiose e stati depressivi. Forse alle volte è meglio vivere alla giornata.

Stress da vecchiaia

Anche l'invecchiamento è una fonte di stress da non sottovalutare alla quale tutti siamo esposti, tutti i invecchiamo e ci sono delle persone a cui questo fisiologico percorso crea stress e paure oltre che insoddisfazione. Molte persone non riescono a rassegnarsi o adattarsi al fatto di essere di stare invecchiando e per ovviare a queste situazioni sarebbe un bene essere educati sin da piccoli a non vedere questo percorso naturale come una condanna o una limitazione.

Stress positivo e stress nocivo

Non tutto il male viene per nuocere, Selye affermava spesso e volentieri che lo stress, in sé e per sé, è il sale della vita. Molto probabilmente riferiva questo perché particolari situazioni che ci mettono alla prova riescono a farci trovare forza e fiducia in noi stessi. Una cosa che ci accomuna tutti è la quantità di stress tollerabile, raramente le persone reagiscono male al primo stimolo negativo poi ovviamente tale tolleranza varia da persona a persona e conoscerla sarebbe ottimale per la salute dell'organismo per poterci fermare e fare il classico break preventivo prima che la situazione degeneri.

Quando lo stress è nocivo

Lo stress inizia ad essere nocivo quando non riusciamo più ad adattarci e le varie situazioni e problematiche da risolvere sembrano insormontabili. Il sintomo cardine è il classico nervosismo e da qui è indispensabile prendere in considerazione di variare il proprio life style.

Anche le rinunce causano stress

Può sembrare banale ma chi fin dall'infanzia è stato abituato a qualche rinuncia, non avvertirà particolari emozioni dovute alle rinunce inevitabili che nel percorso della vita per vari motivi si è costretti a fare. Adattarsi è sempre la miglior cosa.

Lo stress da città

La città è stressante, una cosa negativa del vivere in città sono gli agenti stressanti come il traffico stradale, l'aria inquinata, i lunghi percorsi per raggiungere il posto di lavoro, il timore degli incidenti stradali, spazi abitativi ridotti, il rumore e via discorrendo. Tutto questo insieme di cose favorisce il calo della resistenza fisica aumentando purtroppo la predisposizione alle malattie.

Cosa provoca lo stress

Lo stress cosa provoca? Dipende dalla persona ma sicuramente nulla di buono, può far ingrassare, può fare dimagrire negativamente influire sul ciclo e anche accelerare la perdita di capelli ed è negativo soprattutto per una donna in gravidanza.
La cosa peggiore di tutte è il rumore, molte sono le persone che accusano problematiche legate per esempio al disturbo del sonno oppure nervosismo diretto e il lato negativo è che al rumore non ci si abitua anche se può sembrare il contrario a lungo termine porterà le sue conseguenze...
Le emozioni sia belle che brutte sono fonte di stress, ovviamente le emozioni psicosomatiche come l'ira, le irritazioni violente, la paura, l'invidia, la gelosia sono quelle che causano maggior stress che si manifesta con reazioni fisiche come l' impallidimento o l'arrossamento, forte traspirazione cutanea, palpitazioni cardiache, problemi di dizione...
Ovviamente le reazioni agli agenti stressanti sopracitati possono essere diverse come intensità e durata per ogni individuo e in questo incide molto l'educazione impartita oltre che la fragilità della personalità.

Lo stress ed i problemi di stomaco

Proprio così, lo stress passa per lo stomaco. Non a caso una tipica frase utilizzata in certe occasioni è proprio «Ho un peso sullo stomaco». Cosi la pensava anche lo scienziato Harold Wolf.
Nel corso degli anni Harold Wolf è riuscito ad affermare che in una persona colta in caso di stress psichico dovuto a paura, ira o pericolo, la mucosa gastrica si arrossava e nei vasi capillari affluiva più sangue e la secrezione di succhi gastrici aumentava.
Assottigliando cosi il tessuto più superficiale che funge da strato protettivo e con il prolungamento ripetuto di questi stati si creava una situazione favorevole allo sviluppo dell'ulcera gastrica.
Quindi è consigliabile mantenere un certo Self Control anche nelle situazioni peggiori.

Ulcera gastrica da stress

Ulcera gastrica è una patologia fortemente correlata a disturbi da stress oltre che predisposizione naturale all'ulcera, ovviamente questo tipo di ulcera è frutto di uno stress molto pesante e prolungato oltre che alla cattiva circolazione nella zona paretale dello stomaco e altre cause esterne.
Solitamente alle persone colpite da ulcera da stress viene suggerito un riposo totale al fine di riequilibrare l'umore e analizzare le varie situazioni che hanno portato a questo stato, il tutto per qualche settimana in abbinamento ad una dieta particolare suddivisa in più pasti educando il soggetto a mangiare con calma e senza fretta alcuna.

Guidare causa stress

Guidare è fonte di stress, quindi pensiamo a quanto possano essere stressati i giudatori di mestiere che passano tutta la giornata ala volante. Anche in questo caso ci sono alcuni banali accorgimenti per passare una giornata più serena.
Primo suggerimento tra tutti è quello di partire dormiti e riposati in modo da viaggiare con maggior senso di leggerezza poi non assumere cibi ricchi grassi alla mattina e prepararsi una tabella di marcia con tempistiche larghe o partire opportunamente in anticipo per evitare l'agitazione dovuta ad un eventuale ritardo.
Una cosa che oltre a favorire la sicurezza stradale ci fa stressare meno è quella di munire la propria vettura di viva voce oppure auricolare apposito in modo che in caso di chiamata non scatti la frenesia di cercare il cellulare per la paura di non rispondere in tempo.
E come ultima cosa evitare farmaci eccitanti o che possano indurre sonnolenza oltre che alle bevande alcoliche.

Ridere e fare stretching riduce lo stress

Ridere fa bene, ridere è un rimedio contro lo stress, ridere allontana temporaneamente da una situazione stressante. Esther Orioli, presidente di Essi Systems, una società di consulenza di San Francisco che organizza programmi di controllo di stress-management, tiene nel cassetto un'armonica per i momenti di stress. l vantaggio? Suonarla aiuta a respirare a fondo.
Anche lo stretching aiuta contro lo stress: i muscoli si irrigidiscono durante la giornata, e quando ci sentiamo stressati, il processo si accelera. Lo stretching allenta I muscoli e promuove la respirazione.
Molly Fox, direttrice creativa all'Equinox Fitness Center di New York City, sostiene che uno dei movimenti più rilassanti dello yoga sia lo posizione del bambino, che distende I muscoli della schiena.
Su un materassino o un tappeto, inginocchiatevi, sedetevi sui talloni, quindi allungatevi in avanti, appoggiate la fronte sul pavimento, braccia lungo le gambe, palmi rivolti verso il soffitto. Rimanete in posizione per 3 minuti.

Religione e stress

Recenti studi hanno dimostrato che le persone religiose e spirituali sono più calme e in salute delle persone che non professano alcuna fede.

Stare impegnati

Secondo il Dr Elkin, "non vedere l'ora di fare qualcosa è una prospettiva rilassante". Comprate dei biglietti per un concerto, preparate un weekend o prendete appuntamento per un massaggio.

Qi gong contro lo stress

Il Qi Gong (significa esercizio del respiro) è una terapia cinese che per molti secoli rimase un'arte segreta, custodita e praticata solamente dai monaci buddisti. Secondo la medicina cinese il Qi è l'energia vitale che fluisce nel nostro corpo.
Il Qi Gong è una terapia d'aiuto per ridurre lo stress e ottenere maggiore tranquillità. Difatti con la conoscenza delle tecniche Qi Gong si può riuscire ad affrontare in modo positivo situazioni di forte stress eseguendo semplicemente determinati brevi respiri, ed essere in grado di prendere decisioni anche in momenti difficili.
Gli esercizi del Qi Gong si eseguono molto lentamente, quasi al rallentatore. Inizialmente è consigliabile seguire lezioni tenute da un terapeuta esperto, per poi continuare da soli anche dopo 15 lezioni. Per ottenere risultati soddisfacenti è necessario un esercizio quotidiano.
Il Qi Gong aiuta a stimolare il cuore, l'irrorazione e la circolazione sanguigna, favorisce il metabolismo, fortifica le difese immunitarie e dona elasticità alle ossa, ai muscoli, ai tendini e alle articolazioni.
Gli esercizi Qi Gong apportano benefici anche alla psiche donano tranquillità, rilassano e migliorano la capacità di concentrazione, la memoria e la creatività.

Esempio di esercizio del Qi Gong:

Divaricare leggermente le gambe mantenendo i piedi in posizione parallela e lasciare "pendere" morbidamente le braccia. Distribuire il peso uniformemente su tutti e due i piedi. Muovere il bacino avanti e indietro fino ad avere la sensazione che la vertebra lombare sia perfettamente diritta. Portare il mento verso l'esterno in modo da mantenere in leggera tensione i muscoli della nuca. Disegnare figurativamente e molto lentamente un cerchio con le braccia come se voleste abbracciare qualcuno. Mantenere le mani aperte a una distanza di circa 20 cm dal petto.

Semplici ma efficaci consigli contro lo stress

·                                 Dormite almeno 7 ore ogni notte per dare un po’ di respiro al vostro organismo ed alle sue varie funzioni.
·                                 Mangiate correttamente, seguendo una dieta sana e bilanciata: nutrendo a dovere il vostro corpo vi sentirete meglio e meno stressati.
·                                 Riducete la quantità di sigarette o alcolici consumati durante il giorno: gli squilibri che provocano nel corpo possono rivelarsi tra le cause principali dello stress che dovete ridurre.
·                                 A metà giornata prendetevi dieci minuti per voi stessi, in maniera da rilassarvi un po’ e dedicare un po’ di tempo a qualsiasi attività possa distendervi i nervi e ridurre lo stress accumulato.
·                                 Cercate di trovare un hobby che vi permetta di distrarvi un po’ dai vari impegni durante la giornata: avere un interesse particolare per qualche hobby o attività potrà essere la scelta giusta per voi che desiderate ridurre il vostro stress.
·                                 Fate attività fisica regolare in modo da sentirvi meglio e più sereni: l’esercizio motorio viene considerato come una delle migliori strategie per liberarsi dello stress in eccesso.
·                                 Fate una colazione sostanziosa appena svegliati: ciò vi servirà per affrontare le prime ore della giornata con più energia e determinazione, riducendo la propria esposizione allo stress.
·                                 Alla sera, quando tornate a casa dal lavoro, vi sentite estremamente stressati e nervosi? Fatevi un bagno caldo, leggete un libro, bevetevi un bicchiere di buon vino rosso, vi aiuterà a riprendere il controllo e sentirvi meglio!
·                                 Muoversi avanti e indietro per trovare la posizione più stabile possibile e, mantenendola, inspirare ed espirare profondamente.

Considerazioni finali sullo stress

Come avete avuto modo di leggere anche se lo stress può colpire indistintamente ogni persona, le cose che si possono fare per prevenirlo e favorire il benessere del corpo, sono moltissime.