martedì 7 maggio 2013

La cuffia dei rotatori



La cuffia dei rotatori: anatomia e fisiologia




La cuffia dei rotatori è un complesso muscolo-tendineo costituito dall'insieme di quattro muscoli e dai rispettivi tendini:
superiormente troviamo il tendine del muscolo sovraspinato, anteriormente quello del muscolo sottoscapolare e posteriormente i tendini dei muscoli sottospinato e piccolo rotondo.
Questi muscoli con la loro contrazione tonica stabilizzano la spalla impedendone la lussazione (fuoriuscita della testa omerale dalla cavità glenoidea). I tendini piuttosto vasti (circa cinque centimetri) proteggono l'intera articolazione formando una vera e propria cuffia che avvolge la parte superiore dell'omero.


sovraspinato anatomiaSOVRASPINATO o sovraspinoso: con la sua azione abduce e ruota all'esterno (extraruota) il braccio, in sinergia con l'azione del deltoide
infraspinato anatomia sottospinatoSOTTOSPINATO O INFRASPINATO: con la sua azione ruota esternamente il braccio e rinforza la capsula dell'articolazione scapolo omerale, stabilizzandola.
anatomia sottoscapolareSOTTOSCAPOLARE: con la sua azione adduce e ruota verso l'interno il braccio (intrarotatore)
piccolo rotondoPICCOLO ROTONDO: Con la sua azione, sinergica nei confronti dell'infraspinato , ruota debolmente verso l'esterno il braccio

Lesioni della cuffia dei rotatori: sintomi, diagnosi

Tra i quattro muscoli che compongono la cuffia dei rotatori, il sovraspinato è quello che si lesiona più frequentemente. In realtà quando si parla di rottura della cuffia dei rotatori non si fa riferimento a lesioni di natura muscolare ma tendinea.
Il tipo di ferita può variare da un'infiammazione tendinea locale, senza alcun danno permanente, ad una lesione parziale o completa che potrebbe richiedere l'intervento di riparazione chirurgica.
In entrambi i casi si registrerà un deficit più o meno marcato nella forza di abduzione del braccio. In particolare il soggetto faticherà a mantenere il braccio sollevato lateralmente tra i 60° ed i 120°. Un apposito test per diagnosticare la lesione della cuffia dei rotatori andrà proprio a testare la risposta muscolare del paziente in questi angoli di movimento.


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Una lesione dei tendini di uno o più muscoli che compongono la cuffia dei rotatori può avvenire anche a causa di un trauma (caduta sulla spalla) o di una borsite sub-acromiale. Quando una persona cade sbattendo la spalla, l'acromion subisce una pressione che lo fa picchiare sulla cuffia dei rotatori. Se l'impatto è abbastanza violento l'osso può ledere i tendini. L'entità del trauma, la forma della superficie inferiore dell'acromion (più o meno tagliente; acromion uncinato), ma anche la flessibilità dei muscoli e dei tendini che compongono la cuffia dei rotatori, andranno ad incidere sull'entità della lesione (completa o parziale).
Anche una caduta in appoggio su braccio extraruotato (quando si cade si tende a ruotare il braccio verso l'esterno in modo da creare un solido punto di appoggio per proteggere il resto del corpo) o su braccio intraruotato ed addotto può andare a lussare anteriormente o posteriormente la spalla danneggiando i tendini della cuffia.
Spesso a tale lesione si associa, come abbiamo visto, una rottura dei capillari tendinei che riempiendosi di sangue si gonfiano diventando dolorosi. Dopo il trauma il dolore può persistere per alcuni mesi accentuandosi o diminuendo in base al tipo e all'intensità dell'attività fisica praticata.
Le lesioni della cuffia dei rotatori dovute ad uso eccessivo sono più comuni negli anziani o negli atleti di alcune discipline sportive (vedi sopra). Nell'anziano, con il disuso, i tendini perdono elasticità diventando più suscettibili alle lesioni durante movimenti impegnativi (sollevare carichi pesanti, tagliare la siepe, imbiancare il soffitto, lavare i vetri, movimenti bruschi ecc.). Spesso nell'anziano vi è assenza di sintomatologia dolorosa o questa è molto lieve nonostante la lesione.
La borsite sub-acromiale è un infiammazione dell'omonima borsa e anch'essa può essere un'importante causa di dolore alla spalla. Si tratta in sostanza di un piccolo sacchetto ripieno di liquido posto sotto l'acromion della scapola per impedire lesioni da sfregamento della cuffia dei rotatori sull'osso. Quando questa borsa si infiamma (a causa di un trauma o di uso eccessivo) va a comprimere le strutture tendinee comprese nello spazio sotto-acromiale favorendone la degenerazione.
La lesione della cuffia dei rotatori è spesso associata a lesione del capo lungo del muscolo bicipite, attivo durante la flessione e l'abduzione della spalla.


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Cuffia dei rotatori riabilitazione

Trattamento e riabilitazione

PREMESSA: mantenere un buon equilibrio della muscolatura con il passare degli anni aiuta a rendere tonici ed efficienti muscoli e tendini migliorando la coordinazione dei movimenti. Al contrario, con il disuso, queste importanti strutture anatomiche diventeranno più deboli, più rigide ed ovviamente più suscettibili a lesioni.


Se la lesione della cuffia è significativa e l'atleta è molto giovane solitamente viene consigliato l'intervento chirurgico per evitare il rischio di fratture, lussazioni ed artrite. Nella maggioranza dei casi questo intervento viene eseguito in artroscopia grazie all'ausilio delle fibre ottiche. L'intervento chirurgico in una buona parte dei casi (75-90%) diminuisce considerevolmente il dolore fino alla sua completa scomparsa. Meno prevedibile è invece il recupero funzionale, che risulta completo solo in una modesta percentuale di casi (40-50%).
Il trattamento conservativo, che viene sempre tentato prima di passare ad un eventuale intervento chirurgico, prevede nel periodo iniziale la somministrazione regolare di farmaci antinfiammatori per ridurre dolore ed infiammazione. Eventualmente il medico potrà optare per una iniezione locale di cortisonici, specie se il dolore è particolarmente intenso. Quando i sintomi si riducono significativamente si passa ad esercizi di rinforzo ed allungamento della muscolatura.
La guarigione spontanea di una rottura parziale è piuttosto improbabile considerata la complessità anatomica della regione e la scarsa circolazione sanguigna dei tendini. Il periodo di guarigione ovviamente varia in relazione al tipo e all'entità della lesione ed in base al trattamento scelto (conservativo o chirurgico).
In genere i tempi di recupero in caso di lesione sono piuttosto lunghi: dopo un periodo di immobilizzazione iniziale (6-12 giorni indossando un tutore che protegga l'articolazione) vengono infatti iniziati esercizi di micromobilizzazione passiva.
Solo dopo quattro o sei settimane possono iniziare esercizi attivi di intensità crescente nel tempo che dopo 4-6 mesi dalla lesione restituiranno alla spalla buona parte della forza che aveva precedentemente. Particolarmente utili risultano i seguenti esercizi di mobilità da svolgere inizialmente a corpo libero poi contro resistenza elastica o in acqua:


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