giovedì 9 maggio 2013

L' epicondilite





l’epicondilite (il gomito del tennista)



L’epicondilite, conosciuta più comunemente come gomito del tennista, è una sindrome dolorosa dovuta generalmente ad una degenerazione del tendine e/o ad un sovraccarico funzionale dei muscoli epicondiloidei. Questi muscoli, localizzati nella regione laterale del gomito e dell’avambraccio, originano dall’ epicondilo (Fig.1), si inseriscono sul polso e sulla mano ed hanno la funzione di estendere il polso e le dita. (Vedere la sezione di Anatomia per approfondimento).



  


La diagnosi è prevalentemente clinica, ossia viene eseguita visitando il paziente. Nella valutazione clinica del paziente va posta attenzione al tipo di attività sportiva o lavorativa svolta ed alla presenza di pregresse tendinopatie come le patologie della cuffia dei rotatori, La malattia di De Quervain ed il dito a scatto che sono espressione di una predisposizione individuale per le tendinopatie degenerative. Clinicamente il dolore è localizzato in corrispondenza dell’epicondilo laterale (fig 1 ) e si irradia all’avambraccio lungo i muscoli interessati fino alla mano. In modo caratteristico si evoca il dolore facendo contrarre contro resistenza i muscoli epicondiloidei con opportuni test clinici.


Fig. 4 Test per epicondilite

Le indagini strumentali tra cui la radiografia, l’ecografia e la risonanza magnetica , servono a confermare il sospetto clinico e ad escludere altre cause di dolore laterale al gomito.

EcografiaRadiografiaRMN


TRATTAMENTO

Il trattamento dell’epicondilite è diretto alla risoluzione del dolore, che è il sintomo per il quale il paziente affetto da tendinosi del gomito richiede l’intervento del medico. I presidi terapeutici di prima istanza consistono nell’interruzione delle attività sportive o lavorative che determinano il sovraccarico funzionale, nell’uso di farmaci anti-infiammatori e di presidi fisioterapici (tutori Fig. 6, crioterapia ed altre forme di terapia fisica quali laserterapia,  e ionoforesi).





Se queste procedure hanno successo, segue un programma riabilitativo graduale teso a restituire elasticità, forza e resistenza ai gruppi muscolari interessati. Qualora invece il paziente non risponda al programma terapeutico può essere appropriato ricorrere ad infiltrazioni locali con cortisonici. Generalmente si esegue un ciclo di due o tre infiltrazioni.

Recentemente, negli Stati Uniti è stato sperimentato, con risultati incoraggianti, il trattamento dell’epicondilite con infiltrazioni di Pappa Piastrinica. La Pappa Piastrinica, ricca di fattori di crescita, viene ottenuta dal sangue dello stesso paziente attraverso un semplice processo di centrifuga ed iniettata in prossimità dell’epicondilo circa 30 minuti dopo il prelievo.


  

 Da sinistra a destra: la centrifuga, il prelievo del gel piastrinico, l'infiltrazione a livello dell'origine dei tendini estensori.


In alcuni casi, nell’epicondilite, è necessaria l’esplorazione contestuale del nervo radiale (interosseo posteriore). Questo è da alcuni consigliato quando non viene riscontrato un abbondante tessuto degenerato sul tendine e nei casi con sintomatologia mista.



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1 commento:

  1. ho risolto i miei problemi da voi !! grazie!! ho girato in tutti i posti ma il dolore era continuamente terrificante ..menomale avervi trovato!!

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